Prima fase: osservazione ed analisi
Il primo è chiedersi se ha sempre avuto questi problemi anche con il disegno; se l’impugnatura assunta è corretta; se il bambino ha imparato bene le regole convenzionali della scrittura.
Seconda fase: tentativo di recupero educativo
Provare a contattare un educatore esperto nei processi esecutivi della scrittura per cercare di recuperare questo apprendimento.
Terza fase: interevento clinico
Solo se, dopo un tentativo di recupero questa difficoltà risulta persistere occorre rivolgersi al Servizio Tutela della Salute Mentale e Riabilitazione in Età Evolutiva, o all’Unità operativa di Neuropsichiatria Infantile della propria Azienda Sanitaria Locale di riferimento o a specialisti privati.
Si evidenzia che sia l’Associazione Dislessici Italiani sia la Professoressa Alessandra Venturelli sostengono che:
“Quando un genitore sospetta di avere un figlio dislessico (digrafico, discalculico, disortografico) deve rivolgersi al pediatra e agli insegnanti per valutare eventuali percorsi di potenziamento per risolvere le problematiche evidenziate.Se l’attività didattica risulta inefficace, bisogna fare, al più presto, una valutazione diagnostica.”